Friday, April 12, 2013

Non so ancora cosa sia



Era solo un dono.
Cosi calmo e nudo,
da non essere riconosciuto.
La mia mano forte,
agitata,
cospirava contro ogni suo spazio.

Vergine.
Fragile.

A volte,
il gesto diventava memoria
o sete.
Un desiderio.
Un grande nulla che riempiva tutto.
Con colori meraviglia chiari.

Io,
involontario testimone di me stesso,
rimanevo fuori a volte,
a guardare,
a pregare in silenzio il silenzio,
per spaventare lacrime,
e attendere lontano la morte.

Furono forse parole sprecate,
quelle dette in segreto,
per inventare un sogno,
o qualche musica di notte.

Furono miei,
ogni rabbia,
ogni sorriso,
ogni corpo in tramonto.

Ma non c’è più tempo,
fra queste mani
ancora vuote.

***

Non avrei saputo,
forse,
come nominarlo,
questo dono illusorio e magico.

L' amore invece,
lo chiamo amore…


Daniel Castro A.
Venecia, Italia.
12.4.13